Mentre mio figlio minore compiva un anno, dentro di me cominciava a crescere un mostro, lo pensavo e vedevo diverso a sto figlio mio, non parlava.
Questa cosa mi ha minata dall’interno per tanto tempo, mi ha sabotato momenti felici, mandato in mille pezzi tante volte.
La prima volta che la mia vita da genitore
prevedeva un curva, una deviazione, una salita rispetto alle morbide discese a chi mi aveva abituato la sorella.
Di quel periodo ho ricordi confusi, soprattutto delle cose belle che mi accadevano intorno.
Siamo andati a Berlino in vacanza, una settimana in un fighissimo albergo del centro, a Potzdammer Platz, era tutto così bello, ma io avevo il cervello impantanato in altro.
Poi al ritorno, un ritardo di due ore del volo, ci costrinse in aeroporto più del dovuto, Enrico aveva sonno, io mi sono seduta su una panchina con lui in braccio e ho cominciato a cantare la sua ninnananna, ”Ciao amore Ciao” di Tenco.
Due ragazzi vicino a noi, un ragazzo e una ragazza, lui aveva un improbabile, vista la temperatura, Loden verde.
Si misero seduti accanto a me, sottovoce cantarono anche loro.
Di tutti quei giorni mi ricordo solo quello.
Avevamo appena trascorso la più bella vacanza di sempre e io mi ricordo solo quello.
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